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DON NICOLA BERTOLANI
PRETE ROVERBELLESE PROTAGONISTA DEL RISORGIMENTO ITALIANOPremesso che molti sacerdoti mantovani, durante il periodo del nostro risorgimento furono protagonisti e, a volte, martiri di questo glorioso periodo storico con un comportamento di opposizione e di ostilità all'autorità costituita, si vuole qui mettere in rilievo la figura di don Nicola Bertolani.
Egli nacque a Carbonara Po (MN) nel 1800.
Nel 1830 divenne parroco di Castiglione Mantovano, amato dalla sua gente, fino alla morte nel 1848.
Di lui si racconta che sovente, nelle omelie parrocchiali, facesse allusioni patriottiche ed ammonisse in particolare le donne di non dissuadere figli e mariti di aggregarsi alla ''guardia civica'' per difendersi dallo ''straniero''.
Il giorno 25 marzo 1848, verso mezzogiorno, provenienti da Mantova e diretti verso Verona, passarono per Castiglione tre Ùssari (soldati di cavalleria Austro-Ungarici) con il loro capitano diretti verso Verona. Un certo Fassini Francesco, fattore di Cort'Alta dei signori Palazzoli e capo della "guardia civica'', assieme ad altri castiglionesi armati di fucile, si fecero incontro ai quattro ed, intimando l'alt, fecero loro abbassare la armi chiedendo spiegazioni sul luogo di provenienza e dove fossero diretti. Il capitano esibì una gran carta scritta in tedesco; i castiglionesi la esaminarono senza niente capirvi e poi permisero ai quattro la continuazione del viaggio.
Di sicuro, arrivati alla loro meta, gli Ùssari raccontarono ai loro superiori quanto successo a Castiglione. Fatto sta che, la mattina del 27 marzo 1848, verso le ore dieci, giunse in paese, proveniente da Pellaloco, il ritmico suono di tamburi che, alla gente del luogo, parve di cattivo augurio. Si trattava infatti del ritmico marciare di un reggimento di 1800 fanti ungheresi i quali, dopo una sosta a Mozzecane per rifornirsi di viveri, si stavano dirigendo verso Castiglione assieme ai quattro loro commilitoni ivi stoppati due giorni prima.
Durante la marcia, al ponte del Secchiaròlo1 incrociaronoil calzolaio castiglionese Antonio Este, marito della levatrice di Malavicina; per quale ragione precisa non si sa, ma egli fu colpito ripetutamente con spade da parte degli stranieri per cui, di lì a poco, morì. Arrivati subito dopo a castiglione, si diedero a saccheggiare ed a perquisire tutte la case in cerca dì coloro che, il 25 marzo avevano intimato l’alt ai quattro Ùssari.
Vi fu, per il paese, un fuggi fuggi generale; chi scappò verso Nogarole Rocca, chi si nascose nei tombini d’acqua, chi nei soffitti delle case, chi nelle cavità dei gelsi.
Nella solerte perquisizione in casadel parroco don Nicola Bertolani, i “todèschi'' rinvennero il ritratto di Papa Pio IX con coccarda tricolore italiana, ma non il prete. Egli, infatti, assieme al capo della guardia civicaFassini, al fornaio Roncani e pochi altri, al primo sentore dell'arrivo degli stranieri, si era rinchiuso nell'osteria.
Quando i “todèschi” aprirono le porte dell'osteria, don Bertolani si buttò in ginocchio davanti al comandante chiedendo perdono per tutti i suoi parrocchiani. Comerisposta ricevette una fucilata al basso ventre che lo stese a terra. Non è noto se gli sia stato fatto il funerale; si sa che il giorno dopo, 28 marzo, fu sepolto nella chiesetta del cimitero locale.
A ricordo del suo martirio il comune di Roverbella pose una lapide marmorea sul muro della trattoria "due tori", prospiciente la statale 62 sud. Su di essa si legge: "qui, l'austriaca soldatesca, nel marzo 1848, con orrenda barbarie, assaliti gli inermi abitatori, trucidava brutalmente l’operaio Este Antonio di nulla colpevole ed il parroco don Nicola Bertolani reo soltanto di aver chiesto pietà per il suo popolo. Affinché anche il ricordo, per volger di tempo e di uomini, resti a mostrare quanta orma di martirio e di sangue abbiano stampato in Italia i suoi vecchi oppressori, il comune volle questa pietra. -1848”
Queste notizie furono raccolte da don Luigi Tartari, per lunghi anni parroco di Castiglione, in parte dalla viva voce di Giovanni Perboni, teste degli avvenimenti ed in parte dal diario manoscritto del Grassi che si trova nell’archivio di stato di Mantova.
1 Canale Secchiaròlo (dialettale EL CONDUTÒN) le cui acque sono derivate dal canale Gardesàna.